Premio Nazionale - finalisti

Schiavone Ivan

sezione premio: Poesia edita 2015
opera: Cassandra, un paesaggio
biografia: (Roma, 1983) ha pubblicato: Enuegz (Onyx 2010), Strutture (Oèdipus 2011), Cassandra, un paesaggio (Oèdipus 2014). Ha diretto la collana ex[t]ratione per le edizioni Polìmata. Organizzatore della rassegna Generazione y - poesia italiana ultima presso il Maxxi di Roma
descrizione catalografica: Cassandra, un paesaggio / Ivan Schiavone. - Salerno : Edizioni Oedipus, 2014. - 64 p.
presentazione poeta: Il paesaggio di Cassandra, il nostro, è quello di un popolo vinto; il tempo, all'inizio dell'opera è un post quem; l'azione è bloccata, vorrebbe progredire ma è costantemente sospesa o negata, al pari della comunicazione e del linguaggio. Tratti peculiari del libro sono la fermezza dell'analisi politica e la sua corrispondenza minutissima - lessicale sonora e metrica - con la costruzione testuale

Scuro Giulia

sezione premio: Poesia inedita 2016
opera: Sedute in piedi
biografia: (1984) alcuni suoi sonetti sono stati pubblicati in antologia (Bel-Ami edizioni, EMarts edizioni), questa è la sua prima raccolta. Vive e lavora a Napoli, dottore di ricerca in Filologia Moderna, i suoi ambiti di studio sono la Letteratura Francese e la Storia della Medicina.
presentazione poeta: Un'ostinata volontà di dire le ragioni indisciplinate dell'ansia dà carattere al discorso poetico intorno a uno sdoppiamento di sé evocato nel proprio cognome e portato con disinvoltura. Toni gozzaniani accompagnano schermaglie civili ma senza conforto tra analista e cliente, perplessi, in un gioco atroce e salottiero di rime palesi e parodie sintattiche tese alla conservazione ironica del dubbio terapeutico. La curiosa forma dialogica e i suoi stacchi sono risolti attraverso una naturale fluidità linguistica.

Testa Enrico

sezione premio: Poesia edita 2018
opera: Cairn
biografia: Insegna Storia della lingua italiana all'Università di Genova. Si è interessato della lingua letteraria dell'800 e del %u2018900 con particolare attenzione a Montale, Caproni, Sereni e Sanguineti. Ha studiato l'italiano pratico o di comunicazione attraverso i secoli, l'uso spregiativo degli etnonimi e il fenomeno del tabù linguistico. Su questi argomenti ha pubblicato numerosi libri e saggi. Collabora ad alcuni quotidiani. È autore di sei raccolte di poesie. Le ultime due, pubblicate come le tre precedenti da Einaudi, sono Ablativo e Cairn, rispettivamente del 2013 e del 2018.
descrizione catalografica: Cairn / Enrico Testa. - Torino : Einaudi, 2018. - 125 p. ; 18 cm ((Collezione di poesia ; 452
presentazione poeta: E' un libro stratificato e intenso, Cairn. Un libro complesso, nel suo proporre parole registrate nel semplice darsi, tra levità e spessore, a futura memoria. Parole solide, lapidee come cippi di pietra, monumenti sepolcrali, raggelate reliquie, vi convivono con fotogrammi vocali, segni mutili, voci stipate in sintassi nominale, cui si affida la segnaletica di un paesaggio di cose e volti colti tra veglia e trasognamento. Icone di scomparsa e corrosione, registrate puntualmente da nomi mutili, tra l'<ora>e il <qui> della loro impermanenza, convivono così con segnali di ostinata vita intersiziale. Li restituisce con esattezza nominale, il poeta linguista di rango, come <palpiti> di una forza <minima e tenace>. E', il suo, un io disperso di nuovo conio, un io-personaggio, che mentre si racconta virgolettato per celebrare il lutto della memoria e della parola, non viene meno al bisogno etico di andare oltre lo smarrimento esistenziale, trovando all'occorrenza la via dell'invettiva e dell'indignazione. Solo così, avverte il poeta, si può continuare, in controtendenza, a finire, con consapevolezza e tenacia, liberando se stessi e la parola dagli stereotipi degli avvii (<finire di nuovo. / E ancora e ancora. / Senza un nuovo inizio>).

Tripodi Silvia

sezione premio: Poesia inedita 2015 - Vincitore
opera: Voglio colpire una cosa
biografia: (1974) RicercaBo 2013. Suoi testi su gammm.org (L'architettura è piena di problemi ed è anche gratuita) e su L'immaginazione. Nel 2014, ha collaborato a Totilogia, a cura di D. Poletti (Cinquemarzo) e a Ex.it. Materiali fuori contesto. Premio Montano 2014, sezione poesia inedita
presentazione poeta: I testi di Silvia Tripodi sono notevoli perché mettono in scena un soggetto rinato dai brandelli dell'ego per riconnettere - con una reduplicazione e un rafforzamento anche ossessivo del nesso - il linguaggio e la prassi, mediante una speculazione, sul più piccolo gesto e sulla più piccola osservazione, che riesce universale e che parrebbe rifondare l'incidenza delle nostre azioni collettive

Vasio Carla

sezione premio: Premio alla carriera 2018
biografia: Visse i primi anni di vita a Venezia che lasciò per Roma nel 1943 al seguito del padre partigiano e giornalista del Gazzettino. Studiò al liceo Mamiani e si laureò in storia della musica. Esponente della neoavanguardia (partecipò all'esperienza del Gruppo '63), dopo aver pubblicato un romanzo con l'editore Feltrinelli si è dedicata per anni all'arte, sostenendo l'astrattismo, e ha gestito la Libreria dell'Oca di Roma. Si è poi trasferita in Giappone, e da questo periodo ha iniziato a comporre haiku, di cui si è anche occupata come curatrice di raccolte. Ha vinto il Premio Feronia-Città di Fiano per la narrativa nel 1999.
presentazione poeta: Nel panorama della letteratura sperimentale del secondo Novecento, Carla Vasio occupa un posto di particolare rilievo: E non solo per la qualità dei testi a cui ha dato vita la sua costante ricerca e sperimentazione formale, o per la capacità di raccontare le storie più diverse di un mondo complesso e frammentato che le storie appunto aiutano a decifrare. Ma ciò che conquista della sua pratica della letteratura, della sua appassionata militanza nell'universo della parola rinnovata e sottratta ad ogni automatismo della fruizione, è la capacità continua di rinnovarsi, di rinnovare la propria scrittura e il proprio rapporto con i sistemi espressivi esperiti in quello scorcio di Novecento in cui il suo lavoro è nato, cresciuto, acquistato forza e significato. Carla Vasio scrittrice nasce nel clima febbrile dei Convegni del Gruppo 63, dove scopre la dimensione del testo come macchina celibe, che produce significati proprio in quanto conquista un'autonomia di funzionamento, in quanto esibisce le proprie dinamiche e le proprie strutture , come nel sorprendente, vertiginoso Orizzonte del 1966, ripubblicato recentemente da Polimata, o, ancora di più, nell'irriverente, giocoso Romanzo storico, del '74, che essiccava la storia di un'epopea familiare in un albero genealogico, di fertile suggestione insieme ironica e di sapienza metaletteraria. Poi vennero altri scenari da gestire e interpretare con la scrittura: l'incontro col Giappone, momento fondamentale della biografia della scrittrice, con l'impatto con un mondo in cui il formalismo si carica di significati insieme etici ed estetici, metalinguistici, affilando la capacità di guardare indietro, alla cultura europea, insieme con acuta ironia e rinnovata capacità di comprensione. Ora, per Carla Vasio scrivere -oltre che l'impegno primario di una vita segnata dalla curiosità per il mondo, gli altri, le novità assedianti- diviene l'esercizio di un'etica della letteratura, che tende a ricostruire proprio nella pratica insieme rigorosa e raffinata della forma: così per lo studio e la scrittura della poesia Haiku. Cosi per le narrazioni (dove acquisisce un'eleganza, che è ahimé sempre più rara nel panorama contemporaneo). Tende a ricostruire l'efficacia del raccontare come tensione ad una rivendicazione dei valori morali, quelli che si possono riconoscere al fondo di vite difficili, drammaticamente ostinate, in una ricerca del senso dell'esistenza. Così via via, nella storia della scrittrice giapponese di fine Ottocento, Ichiyo Higuchi, prima poetessa nel giapponese moderno, o della veggente Viviana a cui la Vasio dedica un lungo racconto Invisibile, allusivo proprio alla possibilità della letteratura di parlare di ciò che non appare, di ciò che è impossibile raccontare. A questa prospettiva Carla Vasio va dedicando gli ultimi suoi esperimenti di scrittura: le brevi narrazioni del Tuono di mezzanotte (Nottetempo 2017), sono una prova suprema di capacità di raccontare in levare, peraltro strutturando i brevi racconti in una sapiente cornice. Ma Carla Vasio è anche una attenta testimone dei propri tempi. Due libri ne ripropongono questo ruolo. L'intervista a Goffredo Petrassi, esito di una educazione musicale che si consolida nella vicinanza al gruppo di Nuova Consonanza e la memoria ironica e appassionata insieme di Vita privata di una cultura, diario delle esperienze con gli scrittori e artisti della Neoavanguardia. Un percorso lungo, complesso, ricchissimo di esiti che lasciano un'impronta indelebile: una scrittrice che impersona quanto di più alto e importante è stato prodotto dal Novecento. Un invito a stare nella letteratura - ma più in generale nelle pratiche artistiche- con intelligenza e passione, con ironia e allegria insieme. Giorgio Patrizi