Premio Nazionale - finalisti
De Angelis Milo


sezione premio: Poesia edita 2016
opera: Incontri e agguati
biografia: vive a Milano dove è nato nel 1951. Ha pubblicato Somiglianze (1976), Millimetri (1983), Terra del viso (1985), Distante un padre (1989), Biografia sommaria (1999), Tema dell'addio (2005), Quell'andarsene nel buio dei cortili (2010), Incontri e agguati (2015).
descrizione catalografica: Incontri e agguati / Milo De Angelis. - [Milano] : Mondadori, 2015. - 65 p. ; 21 cm ((Lo specchio
presentazione poeta: «Con la morte ho tentato seriamente»: questo il presupposto di Incontri e agguati, ultimo libro di Milo De Angelis, che torna a frequentare i temi della memoria e del lutto in un libro di grande sintesi espressiva. Con un linguaggio tutto sondato nella medietà dell'uso, De Angelis presenta per frammenti brevi l'apparizione di momenti e persone del passato, raggiungendo vertici di alta intensità lirica. La pagina diventa così il luogo di una mediazione medianica, che lascia apparire quanto è ormai andato perduto per sempre.
De Marchi Lella

sezione premio: Poesia inedita 2016
opera: Paesaggio con ossa
biografia: nata a Pesaro nel 1970, è poetessa, scrittrice, performer. Ha pubblicato i libri di poesie: La spugna (Raffaelli 2010), Stati d'Amnesia (LietoColle 2013) ed il libro di racconti Tutte le cose sono uno (Prospettiva Ed. 2015). Collabora con la rivista di poesia Versante Ripido.
presentazione poeta: "bella / di una bellezza che viene da prima di sé": la determinazione di Lella De Marchi è riportare in pagina il contrasto tra assoluta bellezza e assoluta miseria. Quando bellezza e miseria sono compresenti, e precisamente nello spazio di frizione tra questi due campi d'essere apparentemente incompatibili, nasce la poesia più dolorosa e vera: Paesaggio con ossa è il reportage di questo stridore acutissimo e, per sua stessa ammissione, motivato dallo sguardo "immenso e senza malizia" di Marina. Il paesaggio con ossa non è che il corpo nudo di una donna abusata, e il "compito umano" del poeta è rianimarla, con le sue proprie mani d'ossa e nervi e, in sovrappiù, attraverso le parole che da quel corpo prendono vita, per avvolgere tutto il visibile. E l'invivibile di questa vita.
Federici Federico

sezione premio: Poesia inedita 2016 - Vincitore
opera: Mrogn
biografia: (1974) si è laureato in Fisica. Tra i lavori: L'opera racchiusa (2009, Premio L. Montano); Requiem auf einer Stele (2010), Appunti dal passo del lupo (2013, collana a cura di E. De Signoribus), Dunkelwort (2015). Ha tradotto dal russo e curato la prima raccolta postuma di Nika Turbina.
presentazione poeta: L'impronunciabile MROGN è il toponimo dialettale che circoscrive il luogo dell'Appenino ligure dove è ambientata la caccia metafisica inscenata nel libro. In un paesaggio invisibile definito soltanto dalle traiettorie della preda e del cacciatore, si rinnova, come in un cinematografico remake, la mitica battuta del Conte di Kevenhüller. Taglio per taglio, rima per rima, la caccia alla lingua è proiettata in cabina di montaggio. I fotogrammi dell'originale sfilano davanti al lettore memore e complice. Filologia e maniera si dànno la mano per, ancora una volta, cercare di "forare il buio".
Garrapa Gianluca

sezione premio: Poesia inedita 2017
opera: Laddove dovresti cominciare a cadere
biografia: è nato a Lecce nel 1975. Counselor psicoanalitico, conduttore radiofonico, cabarettista, performer, descrittore cromatico; assente su vari siti. Tra i racconti: Un ronzio devastante e altre cose blu, (Bookmark Literary Agency, 2017); tra le poesie: Di fantasmi e stasi. transizioni, (Arcipelago Itaca, 2017), postfazione di Gabriele Frasca.
presentazione poeta: La scrittura poetica di Garrapa presenta un ritmo cardiaco della sintassi tra corpo delle cose e metafisica dell'ambiente testuale che le comprende. E' un ritmo definito da una punteggiatura ossessiva, da figure dell'elencazione altrettanto coattive con unità linguistiche ora brevi ora di estesa fattura, prive spesso di temporalità nascosta dall'accumulo di sostantivi o resa gassosa dai verbi all'infinito, alla maniera di Pizzuto. Il mondo poetico di Garrapa risulta così pulsante e perentorio, si assume il rischio dell'esegesi morale della quotidianità provando a mettere le mani critiche sull'esistenza attraverso una dialogicità che pressa anche il lettore, perplesso ma mai indifferente.
Giovenale Marco


sezione premio: Poesia edita 2017
opera: Strettoie
biografia: è tra i fondatori di gammm.org (2006). Poesia: Shelter (Donzelli, 2010); Storia dei minuti (Transeuropa, 2010); Maniera nera (Aragno, 2016); Strettoie (Arcipelago Itaca, 2017). Prosa: Il paziente crede di essere (Gorilla Sapiens, 2016) e Giornale del viaggio in Italia, in Prosa in prosa (Le Lettere, 2009)
descrizione catalografica: Strettoie / Marco Giovenale. - Osimo : Arcipelago Itaca, 2017. - 83 p. ; 21 cm ((Lacustrine
presentazione poeta: A proposito della sua stessa scrittura, Marco Giovenale in Shelter parlava di un flusso stabilmente interrotto. Sospeso, ripreso. Minacciato di nuovo, costretto a macchie di ombra. Forward e rewind sono nello stesso tasto, libro. E prima ancora, nella Casa esposta, evocava una matrice del mancare, forma preformata di qualsiasi traccia che cede. Cedimenti e slittamenti sono anche i materiali con i quali è costruito Strettoie, opera composta di tre brevi raccolte scritte e assemblate separatamente, ma tanto omogenee da precipitare in unità. Di nuovo Giovenale si muove dentro l'ossimoro di una stabile interruzione, di un simultaneo avanti-indietro, di un luogo che non riesce a fare a meno di sottrarsi, di non esserci più - o meglio, di essere, come anticipa il titolo, stretto: (...) Deve lasciare in poco tempo questo=quel / poco spazio. Il resto fondato sul resto. Qui, come e più che nei testi precedenti, si vede come Giovenale si ponga, di fronte al mondo, in una posizione risolutamente sghemba e (apparentemente) di margine, appunto il resto che si fonda sul resto, dove lateralità e letteralità procedono di pari passo, per sussulti successivi: Ma non ci saranno / i caffè (leggi: i locali) / sostituiti da stalli / per i morelli degli psicopatici / che però corrono, vincono, / diventano ricchi e / vi danno lavoro - a quelli come voi. Voci e controvoci si susseguono in una ideale conversazione che attraversa i testi e nella quale ogni parola sembra restare per un attimo sospesa in aria, come la palla di un giocoliere, o un ologramma pronto a imprimersi nella pupilla. Del resto, proprio per Strettoie Massimiliano Manganelli ha scritto che, più che dire qualcosa con le parole, Giovenale intende far parlare le parole stesse, esponendole come fossero cose.