Caro giurato e amico del Premio Nazionale Elio Pagliarani,
come avrai saputo dalla stampa (consulta la sezione Rassegna stampa) e come era stato per tempo annunciato, lo scorso 26 ottobre, nella Sala Squarzina del Teatro Argentina a Roma, sono stati proclamati i vincitori della prima edizione del Premio, nelle persone di Vito Bonito (autore di Soffiati via, raccolta pubblicata da Il ponte del sale) e di Silvia Tripodi (per la raccolta inedita Voglio colpire una cosa, che per premio verrà pubblicata dalle edizioni Zona). Molti dei giurati, alcuni dei quali anche provenienti da molto lontano, hanno voluto essere con noi per questa bella occasione – che ha visto la partecipazione di moltissime persone e durante la quale è stato anche proiettato, in anteprima romana, un estratto del film di Alberto Saibene sullaRagazza Carla, presentato dalla protagonista Carla Chiarelli – e ribadisco che ci spiace molto non aver potuto prevedere l’ospitalità per tutti. Il budget a nostra disposizione, questo primo anno, era davvero limitatissimo; ma abbiamo fondate speranze che esso – visto anche il buon successo di questa edizione d’esordio – potrà crescere in vista della seconda edizione, anche perché si possano aggiungere altri premi che, nei progetti iniziali, erano previsti (come una borsa per la traduzione di fondamentali opere di poesia italiana contemporanea in lingue estere) e che in questa prima tornata, invece, non è stato possibile assegnare.
A Te come a tutti gli altri componenti della qualificatissima giuria va il nostro più sentito ringraziamento. Senza il vostro lavoro critico, nulla di tutto questo sarebbe stato possibile. Che in questo momento ci siano discussioni, fra giurati e fuori dalla giuria, è per me grande motivo di soddisfazione. Dal momento che Elio Pagliarani non era certo uno che la mandava a dire, il fatto che si confrontino anche polemicamente le diverse interpretazioni che ciascuno di noi può dare della sua eredità, e di come essa debba essere interpretata da un’istituzione come un premio di poesia, credo sia cosa buona e giusta! Nessuno di noi, certo, può decidere unilateralmente come avrebbe visto le cose il Paglia (che in vita sua ha presentato e appoggiato criticamente poeti di assai diverso orientamento, e un cui impegno importantissimo è stato com’è noto quello dei Laboratori di poesia – per i quali sono transitati autori giovani che in seguito hanno preso strade anche diametralmente opposte), o in cosa esattamente consista uno spirito di “ricerca”, in poesia.
È esattamente per questo che i componenti della giuria sono stati prescelti fra critici di impostazione e gusti diversi, anche fra loro distanti, esclusivamente mirando alla qualità della giuria nel suo complesso. L’importante è che testi e autori dalla giuria premiati siano a loro volta testi e autori di qualità; e credo che nessuno possa lamentarsi, in tal senso, degli esiti del vostro, del nostro voto.
Naturalmente è un peccato che queste discussioni non abbiano potuto essere svolte prima del premio, cioè che la giuria non si sia potuta fisicamente riunire neppure una volta. Credo che uno degli impegni, anche economici, che il Premio Pagliarani cercherà di perseguire per il futuro sia quello di aprire, per esempio la prossima primavera, uno spazio di discussione fra i giurati, alcuni dei quali magari collegati via Skype, in preparazione di un momento-chiave come quello delle candidature espresse da ciascuno di voi: un diritto che non tutti i giurati hanno esercitato stavolta, ma che consente al Premio di tenere aperto a 360° un osservatorio della massima utilità, su un panorama per definizione frammentato come quello della migliore poesia contemporanea, in tempi editorialmente così duri.
Nel ringraziarTi di nuovo, anche a nome di nostra figlia Lia Pagliarani, per il tuo lavoro, e nell’augurarmi che anche il prossimo anno Tu lo voglia continuare assieme a noi, Ti salutiamo col massimo calore. Proviamo ancora col rosso!
La Presidente
Cetta Petrollo Pagliarani